Come consuetudine di questo blog, vedi qui o qui, analizziamo alcune delle tendenze più IN di questo 2014.
CAKE DESIGN. Un must presso la maggior parte di ragazze venti-trentenni, che tra un esame all’università e un colloquio di lavoro precario, impiegano il proprio tempo libero in cucina tra coppapasta, bisturi, panetti di fondant e coloranti alimentari, alla costante ricerca di decorazioni sempre più improbabili su torte sempre più ricolme di oggetti riprodotti sottoforma (pseudo)commestibile. E se la ragazza tipo degli anni ’80 per mantenersi era solita dare ripetizioni, quella degli anni ’90 faceva la dog-sitter e quella degli anni 2000 lavorava al call centre, adesso è tutto un fiorire di “lezioni di cake-design, chiamare al numero 123456789”. Tuttavia non gioiscano nutrizionisti o dietologi a fronte di questa impennata glicemica, perché se è vero che è aumentata la densità di torte per abitante, è altrettanto vero che nella stragrande maggioranza dei casi queste torte sono improponibili al palato, per non dire delle ciofeche. Non viviamo forse nell’epoca in cui l’esteriorità la fa da padrona? e comunque, in ogni caso, per smaltire la sovradose quotidiana di zuccheri, la cake-designer doc nel tardo pomeriggio va a fare zumba. Touchè.
DESIGUAL. Gianfranco Ferré, Franco Moschino e le sorelle Fontana si staranno rivoltando nella tomba a causa del proliferare di questo brand spagnolo in tutte le vie più importanti dello shopping del Belpaese. Dico io, una cosa buona noi italiani/e ce l’avevamo ed era quella del buon gusto nel vestire, c’era proprio bisogno di farsi invadere dagli spagnoli su un territorio in cui eravamo i numeri uno? un po’ come se in Svizzera decidessimo di vendere orologi a cucù o in Russia matrioske. Non ce lo permetterebbero mai. Invece i nostri cugini iberici sono stati bravi non solo perché hanno imposto il loro modello commerciale fast-fashion a prezzi imbattibili (vedi Zara & co) nella patria della Benetton, ma perché ci hanno fatto credere di avere tra le mani un marchio fighissimo (Desigual, appunto), innovativo e di tendenza, da collocare se non nell’olimpo delle case di moda (almeno questo) sicuramente nell’olimpo dei desideri di una buona fetta di individui (prevalentemente) di sesso femminile. Vi giuro che se potessi, ogni qual volta mi trovassi a passare vicino a uno store Desigual, a ciascuna ragazza che uscisse compiaciuta per aver buttato dai 100 euro in su per un capo dalle forme improbabili e dagli accostamenti cromatici più inguardabili del brand spagnolo, imporrei 2 anni di servizi socialmente utili a casa di Donatella Versace durante lo svernamento di Lady Gaga dopo 75 tappe di un tour mondiale. Credo che solo questa minaccia possa fare desistere queste scellerate dall’inserire nelle loro road-map di shopping frenetico un qualunque store Desigual!
SELFIE. Usanza o meglio mania narcisistico-compulsiva che coinvolge qualsiasi persona indipendentemente da sesso, ceto sociale e livello d’istruzione a patto di avere almeno un’utenza su un social network a scelta tra Facebook, Twitter o Instagram. Strumenti indispensabili uno smartphone e generalmente una faccia che abbia sembianze di “posteriore” in stato di stitichezza dopo una settimana di coliche addominali. Tra i più influenti “selfiers” del panorama nazionale si annoverano menti di primo ordine come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno solitamente accompagnato da gatti presumibilmente salvati da fine certa per le buche che costellano l’asfalto delle strade della capitale, il bomber Mario Balotelli ogni qual volta senta il desiderio di divulgare al popolo del web una tendenza original-tamarra come quella di indossare un paio di lentine colorate color cobalto, la conduttrice Barbara D’Urso durante i suoi tardivi attacchi di bimbominchiaggine a quarant’anni di distanza dall’età cui sono soliti manifestarsi. La trasversalità dell’usanza di fare selfie conta inoltre un parterre internazionale che vede in prima linea personalità del calibro del Presidente degli Stati Uniti, il quale non perde occasione per immortalarsi in compagnia di belle donne secondo la nota equazione potere uguale figa, equazione alla quale ci hanno abituato il 90% politici europei. Tuttavia occorre dire che con una moglie come Michelle il pericolo che il rapporto matrimoniale presidenziale vada alla deriva per tale “debolezza” (si vedano i casi Hollande o Berlusconi) sia quasi nullo visti altezza, mascella da mastino e bicipite della first lady americana. In conclusione, su questo discorso dell’autoscatto narcisistico mi sento di dire pero’ che l’idulgenza è d’obbligo: chi è senza selfie scagli la prima pietra!
Bel post, passa se ti va a dare un’occhiata al mio ! 🙂